L’ossessione per la magrezza che fa girare il mercato farmaceutico
di Aura Fico
C’è a chi è piaciuto, chi ha pianto e chi proprio non l’ha sopportato. Certo è che non sono passate inosservate le critiche al nuovo film di Darren Aronowsky “The Whale”, il cui protagonista, interpretato da Brendan Fraser, è un uomo gay ed evidentemente obeso. Vari attivisti per il movimento di Fat Acceptance hanno fatto sentire la loro voce attraverso aspri commenti e lunghi thread sulla narrazione adottata per un tema complesso come quello dell’obesità. L’accusa è di aver utilizzato una serie di stereotipi per costruire il personaggio, stereotipi che provengono da un tessuto culturale che vede la magrezza come unica soluzione possibile a cui aspirare.
All’apertura degli Oscar 2023, Jimmy Kimmel ha punzecchiato le star di Hollywood, esordendo con “Guardandomi intorno in questa stanza non posso fare a meno di chiedermi se Ozempic vada bene per me”, alludendo al fatto che almeno alcuni dei presenti facessero uso del farmaco. Il commento di Kimmel ha risvegliato i timori di una grossa fetta della società che cerca di sradicare la diet culture dai contesti ad alta visibilità, come gli Oscar, la televisione e i social network stessi. Mentre il dibattito sull’accettazione di tutti i corpi si fa strada, pur sempre con fatica, nel discorso quotidiano, sui social network spopolano gli hashtag #ozempic e #ozempicface. Basta fare un piccolo giro e guardare un paio di video per capire che si sta parlando di un metodo per dimagrire in fretta. Infatti, basta cercare il nome su google per trovarsi davanti risultati come: “quanto si dimagrisce con Ozempic” e “Quali sono gli effetti collaterali”. Partiamo dal principio. Il GLP-1 è un ormone che viene prodotto durante i pasti e che stimola la creazione di insulina. Il nostro organismo lo degrada in un paio di minuti, questo significa che per i pazienti che soffrono di diabete si dovrebbe ricorrere a delle iniezioni continue per permetterne la giusta produzione. Fortunatamente la scienza provvede, e per ovviare alla situazione, nel 2012 l’azienda danese Novo Nordisk porta alla luce Ozempic. Il farmaco a base di semaglutide, un ricettore antagonista del GLP-1, che riproduce alla perfezione l’azione di questo ormone, incrementando l’insulina e migliorando il controllo glicemico. Tra i vari effetti della semaglutide c’è anche quello di sazietà dopo i pasti e di rallentamento della digestione. Dopo varie testimonianze di pazienti che sotto utilizzo di Ozempic vedevano migliorare non solo il proprio quadro clinico, ma anche il proprio peso, la Novo Nordisk si mette nuovamente a lavoro per creare “Wegovy”, un medicinale che usa lo stesso principio, ma venduto come cura all’obesità, se unito a una dieta sana e a dell’attività fisica. Due farmaci “game changer” che curano patologie serie e aiutano i pazienti a perdere peso. Una soluzione non da poco, contando che le persone affette da diabete sono circa 422 milioni in tutto il mondo e il 70% della popolazione americana è obesa o in sovrappeso.
Il peso dei social
Da qualche mese vari personaggi famosi hanno iniziato a condividere le loro esperienze di dimagrimento su Tik Tok, menzionando l’utilizzo di questi due farmaci, Ozempic e Wegovy. Il format del video è quello di un blog di viaggio, si contano i giorni di utilizzo, si raccontano i sintomi e gli effetti della “cura” con un sorriso smagliante sul volto, invitando in maniera indiretta a provare il farmaco su sé stessi, se si desidera perdere quei chili in più. Molti influencer hanno cavalcato quest’onda, postando i loro processi di dimagrimento. Tra questi spicca quello di Kim Kardashian, che per entrare nel famosissimo vestito di Marilyn Monroe ha dovuto perdere sette chili in tre settimane, passando da una forma più curvy ad una più magra. E non è una semplice questione di apparenza fisica, perchè personaggi come quelli delle Kardashian hanno creato un intero universo economico sulla loro immagine, creando linee di abbigliamento e lingerie appositamente per donne curvy. Questo cambio di tendenza improvviso ha portato molti utenti sui social a chiedersi anche solo come fosse fisicamente possibile perdere tutto quel peso in così poco tempo, solo per poter entrare dentro ad un abito. Alcune delle star del firmamento televisivo hanno ammesso pubblicamente di utilizzare Ozempic come dimagrante, tra cui il CEO di Twitter Elon Musk, senza spiegarne gli effetti negativi ma semplicemente facendo un plauso ai miracoli che queste iniezioni possono fare alle persone. In poco tempo è nato un trend che ha letteralmente spazzato via le scorte di Ozempic dagli scaffali, mettendo in difficoltà l’azienda produttrice che ne ha annunciato la carenza. Il rischio che si corre nel lasciare diffondere mode come quella di Ozempic è, insieme a quello di lasciare milioni di pazienti senza cure, quello di riportare in voga, per l’ennesima volta, un’ideale di bellezza sbagliato che da anni si cerca di scardinare.
Numeri, sigle e trend
Il movimento discende direttamente da quello di Fat Acceptance nato nel 1973 a Central Park ,quando 500 persone si riunirono per fare un “fat-in”, bruciando libri di diete e mangiando tutti insieme, dimostrando al mondo che i propri corpi si meritavano uno spazio da occupare, proprio come tutti gli altri. Cinquant’anni dopo, il dibattito è tutt’altro che chiuso e grazie ai social network si è ampliato, portando sempre più persone a percorrere la lunga strada che porta alla decostruzione della Diet Culture. La nascita di trend come quello di Ozempic fa tornare a discutere su quanto i social network siano incisivi sulla percezione che si ha di sé stessi, e sopratutto della propria forma fisica. Nel 2021 Beat, associazione britannica che si occupa della problematica, ha condotto un’indagine su 182 persone che soffrono di DCA. Il 96% del campione ha ammesso di aver visto sui social network contenuti pericolosi per il proprio disturbo alimentare e l’80% ha dichiarato di aver visto contenuti di questo tipo almeno una volta al giorno. Questo tipo di pubblicità sponsorizzano un ideale di magrezza che “crea una situazione di conflitto per chi sta cercando di uscire da un disturbo del comportamento alimentare”. Nel 2022 la Novo Nordisk ha visto crescere in maniera sostanziosa i propri profitti. Per essere precisi, l’azienda danese ha visto una crescita del 28%, unita a un aumento delle vendite negli Stati Uniti del 37%. Si parla di 57.7 miliardi di Corone Danesi, senza alcun aumento delle diagnosi di diabete o obesità. Il numero dei pazienti che necessitano una terapia a base di semaglutide è rimasto stabile, eppure le vendite sono aumentate vertiginosamente. Non è la prima volta che un farmaco viene utilizzato “off-label” ovvero al di fuori delle patologie per cui è autorizzato. Questo è successo anche con l’aspirina, ad esempio, che nasce come antinfiammatorio e, solo utilizzandola fuori dal suo campo d’azione ordinario si è scoperto essere anche cardioprotettore e preventivo di alcune forme di tumore al colon. Il riposizionamento dei farmaci è in realtà una comodità per la farmaceutica moderna che ha a disposizione dei database di molecole che possono essere usate anche per altri impieghi, oltre a quello originale, risparmiando tempo e soldi. Il campanello d’allarme è suonato quando sia la FDA sia l’AIFA hanno annunciato la carenza di questi farmaci a base di semaglutide, che potrebbe durare per tutto il 2023. È stato suggerito ai pazienti che ne fanno uso di cercarne delle scorte, oppure di farsi prescrivere un farmaco che si avvalga dello stesso principio attivo. I farmaci che utilizzano l’ormone GLP-1 sono estremamente costosi, una scatola può arrivare fino mille dollari negli Stati Uniti, e non vengono coperti dalle assicurazioni sanitarie aziendali o da Medicaid, il più grande sistema sanitario per persone a basso reddito statunitense. Il vero problema non è tanto l’utilizzo “fuori norma” dei farmaci in questione, ma la richiesta in dosi massicce che rischia di lasciare senza chi ne ha davvero bisogno. Durante la pandemia da Covid-19 l’attenzione sulla salute personale è cresciuta tantissimo, evidenziando la necessità di un sistema sanitario che riesca a reggersi in piedi anche durante i periodi di crisi. Solo tre anni dopo a causa di un trend nato sui social, ci si trova a corto degli unici due medicinali che possono curare obesità e diabete. Se il mercato di superficie non riesce a rispondere alla domanda, subentra quello “sommerso”. Su Amazon si possono trovare in vendita kit di semaglutide ad un costo così basso che si capisce subito che non si tratta di farmaci originali. Questo accade perché alcuni farmaci possono essere “ricreati” in maniera grezza utilizzando gli stessi ingredienti, ad esempio si può acquistare il sodio di semaglutide e venderlo in kit pronti all’uso. Questi kit chiaramente non hanno affrontato tutti gli step di controllo richiesti per i medicinali che si trovano in vendita nelle farmacie. Ricordiamo tutti la difficoltà riscontrata nell’avvicinare le persone alla campagna di vaccinazione durante la pandemia da Covid-19, quindi può sembrare assurdo che le persone si iniettino liquidi sconosciuti solo per poter dimagrire velocemente. Invece è quello che sta succedendo. Gli effetti collaterali di entrambi i farmaci, spesso non menzionati negli “weight loss journey”, sono diarrea, vomito, costipazione, nausea, perdita di capelli e quella che viene chiamata la “Ozempicface” ovvero l’asciugarsi del volto causato da un dimagrimento rapido. Proprio quelle carrateristiche fisiche a cui si riferiva Kimmel la notte degli Oscar. Come se lo schermo del telefono fungesse da camice bianco, l’uso off-label del farmaco viene sposnorizzato dagli influencer che stimolano fiducia nel pubblico, e l’opinione di uno sconosciuto dall’altra parte del mondo diventa valida quanto quello di un medico.Uno dei fattori su cui ruota il dibattito che ha fatto venire a galla questo problema è proprio quello della responsabilità. Non ci sono sanzioni per chi sponsorizza questo tipo di utilizzo online, mentre è illegale pubblicizzare qualunque tipo di farmaco. Da chi sponsorizza l’utilizzo di Ozempic, a chi ne richiede la prescrizione, al medico che lo prescrive in maniera forse negligente, tutti seguono la ricerca spasmodica e costante di un’immagine migliore di sè. Alla luce di tutto questo, il farmaco continuerà ad essere venduto in maniera canonica e off-label, mettendo la salute di una grossa fetta della popolazione, dietro alla volontà di alcuni di pesare quattro chili in meno per la prova costume.